Xagena Mappa
Xagena Newsletter
OncologiaMedica.net
Neurologia

Empagliflozin rallenta la progressione della malattia renale negli adulti con diabete di tipo 2


I nuovi dati dello studio EMPA-REG OUTCOME hanno mostrato che l'inibitore SGLT2 Empagliflozin ( Jardiance ) è associato a più lenta progressione della malattia renale e a un minor numero di eventi renali clinicamente rilevanti rispetto al placebo.

La malattia renale si sviluppa in circa il 35% della popolazione con diabete mellito di tipo 2.

L’endpoint primario nello studio EMPA-REG OUTCOME era la valutazione degli esiti cardiovascolari.

E’stata riscontrata una significativa riduzione della morte cardiovascolare e della morte per qualsiasi causa nei pazienti adulti con diabete mellito di tipo 2 e con malattia cardiovascolare.

Hanno preso parte allo studio 7.020 adulti con diabete mellito di tipo 2, un indice di massa corporea ( BMI ) inferiore a 45 kg/m², emoglobina glicata ( HbA1c ) compresa tra 7% e 10%, e una storia consolidata di malattia cardiovascolare ( età media 63 anni; 72% uomini; HbA1c media, 8% ; BMI medio, 30.6 kg/m² ).
All'interno della coorte, il 76% dei partecipanti presentava una storia di malattia coronarica; 46% aveva una storia di infarto miocardico; e tra il 9.5% e il 10.5% dei partecipanti aveva una storia di insufficienza cardiaca.
Circa l'80% dei partecipanti era in trattamento con ACE-inibitori; il 75-78% dei partecipanti faceva uso di statine ( farmaci che abbassano i livelli di colesterolo LDL ).

I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a Empagliflozin 10 mg ( n=2.345 ) oppure a 25 mg ( n=2.342 ) oppure a placebo ( n=2.333 ), in aggiunta alla terapia standard, compresi i farmaci ipoglicemizzanti, gli antipertensivi e i farmaci ipocolesterolemizzanti.

L'endpoint primario è stato definito come il tempo di prima presentazione di morte cardiovascolare, infarto miocardico non-fatale o ictus non-fatale.
Endpoint secondari microvascolari prespecificati dello studio erano: retinopatia diabetica e nefropatia.

Lo studio è continuato fino al raggiungimento di almeno 691 casi di esito primario.

Il periodo medio di follow-up è stato di 3.1 anni.

Sono stati riportati gli esiti renali di un sottogruppo di partecipanti con una velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) compresa tra 30 e 59 ml/min/1.73 m2; 4.124 partecipanti sono stati assegnati a Empagliflozin e 2.061 al placebo.

Gli esiti renali comprendevano: nefropatia incidente o peggioramento della nefropatia ( progressione a macroalbuminuria, raddoppio del livello di creatinina sierica, inizio della terapia sostitutiva renale o decesso a causa di malattie renali ) e albuminuria incidente.

I risultati sono stati simili per entrambe le dosi di Empagliflozin studiate.
Nel gruppo Empagliflozin complessivo, rispetto al gruppo placebo, la nefropatia incidente o il peggioramento della nefropatia si sono verificati, rispettivamente, nel 12.7% e nel 18.8% ( hazard ratio, HR=0.61; IC 95%: 0.53-0.70; P inferiore a 0.001 ).
L'endpoint composito di nefropatia incidente o di peggioramento della nefropatia o di morte cardiovascolare era più basso nel gruppo Empagliflozin rispetto al gruppo placebo ( HR=0.61; IC 95%: 0.55-0.69; P inferiore a 0.001 ).

La progressione a macroalbuminuria si è verificata nell’11.2% vs 16.2%, rispettivamente ( riduzione del rischio relativo, RRR = 38% ); il raddoppio dei livelli sierici di creatinina si è verificato nell’1.5% contro il 2.6%, rispettivamente ( RRR=44% ); e l'inizio della terapia sostitutiva renale si è verificato nello 0.3% contro lo 0.6%, rispettivamente ( RRR=55% ).
I tassi di albuminuria incidenti erano simili tra i gruppi.

Inoltre, Empagliflozin è risultato non-inferiore al placebo per quanto riguarda la nefropatia incidente o il peggioramento della nefropatia indipendentemente da eGFR, rapporto urinario albumina-creatinina, sesso, età avanzata o inferiore a 65 anni, razza, durata del diabete mellito, livello di emoglobina glicata, indice di massa corporea, controllo della pressione arteriosa, e uso di altri farmaci per il diabete e impiego di farmaci antiipertensivi.

Tra i partecipanti con malattia renale prevalente, quelli assegnati a Empagliflozin, rispetto a placebo, hanno presentato un hazard ratio di 0.58 ( IC 95%: 0.47-0.71; P inferiore a 0.001 ) per nefropatia incidente o peggioramento della nefropatia.

I tassi di eventi avversi, di gravi reazioni avverse e di eventi avversi che hanno portato alla sospensione dallo studio erano simili per le persone con eGFR sopra e sotto 60 ml/min/1.73 m2. ( Xagena2016 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2016

Endo2016 Nefro2016 Farma2016


Indietro